Torna l'inverno
L’animo si riaccendeva in dicembre, con l’inizio delle vacanze di Natale e con le uscite serali (correvano gli anni dal 1990 al 2005). Il ritrovo, naturalmente, avveniva al Bar “Black&White” che “pullulava” di ragazzi attenti anche a vedere le “magie” e le “movenze” di Mario der Gragnani, dove, al gioco del "panforte", la vittoria la faceva quasi sempre da padrone. Non mancò, neppure, qualche torneo di bigliardino mentre a tarda sera, per i più esperti giocatori di carte, prendeva vita il torneo di “gigia” (delle volte sostituito con quello della tombola), con l’onnipresente Grillo “lesto” a chiedere un “cicchino” ad amici e presenti:
- Amico Bido... ce l'hai una sigarettinaaa...???!!!
Due parole, però, vanno spese in ricordo di Mario, soprannominato Maradona, il quale stazionava nel Bar dilettandosi in partite di carte, "panforte", biliardino e biliardo, sfidando a "carambola" l'amico Gianni P. con partite esilaranti. Come tutt'oggi, era solito tra noi ragazzi, specialmente in estate, restare a chiacchera a chiusura del Bar fuori ai tavolini fino a notte tarda; quando, una sera, si sentii bussare dall'interno, con una certa veemenza, contro la saracinesca del locale... poi una voce:
- Ragazzi... so' Mario... sono rimasto chiuso dentro...!!!
Tra risate generali e l'incredulità di tutti i presenti fummo costretti ad andare a svegliare Mapo, all'epoca proprietario, per poter "liberare" lo sventurato Mario: ancora ci domandiamo come sia stato possibile! Ma fu lo stesso Mario, non troppi anni fa, a lasciarci questa sua suggestiva poesia - che conservo in copia originale - composta ad ore notturne direttamente ad un tavolino del Bar, sicuramente "ispirato" da qualche "bicchiere" di troppo.
Castagneto
Tra i gai e ombrosi colli,
castelli e antiche torri,
Castagneto in mezzo adagiato sta.
Si copre i piedi con le verdi valli
e infondo ai suoi confini
si stende azzurro il mar.
Luogo d'incanto è questo,
ricco di scorci sublimi
e altro da ammirar.
C'è la campagna coi suoi dolci frutti
le antiche vestigia di guardia alla boscaglia,
il calore e la semplicità delle sue genti.
Chi è stato qui una volta ancor vi ritorna,
non può certo scordar la vecchia via,
questa meraviglia di bellezze adorna,
questo palpitar di storia viva.
In queste serate pre-natalizie, incominciavano anche a sentirsi i primi scoppi di petardi (“gialloni”, “verdoni” e “rossoni”), prendendo di mira le cassette della posta: le più gettonate... quelle del “Borgo” e del “Castello”. C’era sempre, poi, qualche estroso, tra i quali il Sica che si divertiva a passare per il “Borgo” con il suo Apino 50 a gran velocità mentre una schiera di ragazzi lo aspettava al varco per lanciargli, nel retro del cassone, i petardi che incominciavano a schiantarsi all’altezza di “Sambastiano”. Mi ricordo, inoltre, che, in un tardo pomeriggio (correva l’anno 1985), - ma questa volta i castagnetani furono esenti da colpe - venne lanciata, sempre in piazza, una “bomba carta”: si sentì lo scoppio in tutto il paese; ero nel bar quando si udì quel forte boato e, a tutti, venne istintivamente di correre verso “Sambastiano” per vedere cosa fosse realmente successo: si pensò, inizialmente, allo scoppio di una bombola ma, fortunatamente, si trattò soltanto, come già specificato, di una “bomba carta” che causò la rottura di molti vetri delle finestre di Piazza; rimase a segnare quello “schianto” una buca creatasi sull’asfalto all’inizio della discesa di “Mandrolino”.
A proposito di petardi... arrivò anche il giorno della gran vendetta contro il Gallo, amante degli uccellini e possessore di una voliera. Per far prima, la sera, ogni volta che bisognava andare a casa di Macario, si percorreva una stradina la quale il Gallo rivendicava di essere sua (quindi privata!), dicendoci in maniera scortese (e in modo più sgarbato lo faceva sua moglie) che non dovevamo passare di lì. Così, stanchi di queste polemiche, una sera si partì di paese in circa 20 ragazzi appostandoci, dall’alto, nei pressi della casa dello stesso Gallo. Al via... ci fu un lancio generale di petardi e “tricche tracche” da sembrare un vero assalto di guerra; quando, ad un certo momento, si sentii un forte tintinnio di vetri: la vendetta era stata consumata!
Era il periodo anche dei preparativi natalizi: c’era da realizzare il presepe; in diversi ragazzotti si partiva attrezzati di sacchetti e cassette alla volta di “Segalari” o del “Rotone”, alla ricerca della borraccina, ovviamente, sia verde che bianca, “raccattata” per noi stessi, per amici, conoscenti e, al tempo dell’oratorio, anche per il presepe di Chiesa. Ogni anno, in casa, riuscivo a fare un grande presepe e, spesso, aiutato nella realizzazione da alcuni amici: era d’obbligo, però, che il maialino finisse nella capannuccia al posto del Bambinello.
E non potevano mancare, come già accennato, le cene proprio durante il periodo natalizio: c’era quella ufficiale di soli maschi che si svolgeva a casa di Tina e, con il tempo, dai fratelli Grana. Quella aperta anche alle donne, invece, avveniva in casa mia con ripetizione anche nel periodo pasquale. Le cene per soli maschi, naturalmente, terminavano con un po’ di degenero ed il mio tasso alcolico è sempre stato “segnalato” da questo fatto: non sono mai stato un fumatore... ma quando chiedevo una sigaretta, iniziandola poi a fumare, ciò stava a significare che l’alcool mi stava “montando”. Un post-capodanno (correva l’anno 2002), si decise di andare a cena nel campigliese in un ristorante oggi chiuso! Era entrata in vigore, da qualche giorno, la nuova moneta dell’euro. Si mangiò benino, però, non in gran quantità anche se non ci si fece mancare del buon vino e, soprattutto, della grappa... che “buttai giù” un bel po’. Ma la sorpresa finale fu alla “cassa”: 60 Euri?! Ossia 120.000mila delle vecchie lire... a “chiorba”! Oggi, non mi sarei scandalizzato ma figuratevi allora... uscii fuori un po’ brillo e incominciai a commentare ad alta voce (mentre il titolare si “gustava” la scena sull’uscio):
- Ma dove s’è mangiato per 60 Euri? 60 Euri...?!
Così, sconsolato e amareggiato, salii in macchina di Spank alla volta del paesello e del “Black&White”. Il Bar, al rientro da ogni cena e ad ogni ora, si trovava sempre affollato ed era il momento giusto per prendere in compagnia un digestivo finale: un bell'amaro “maradona” (Jagermeister) accompagnato da una sigarettina offerta, o magari "rubata" a qualcuno dei presenti: c’era più gusto! La mia “vittima” preferita era la Dina, poiché a lei non c’era da fregarle solo la “cicca” ma anche il bocchino. Poi, a tarda sera e per pochi intimi, era concesso, delle volte, dalla Marescialla o da Bido di mettere un po’ di musica discotecara finendo a ballare spesso sui tavoli. Era anche il periodo (correvano gli anni dal 1997 al 2001) di una giovane barista ma con tutti noi sempre pronti a beffeggiarla facendo finta di portarle via, da sotto il naso, i bei cesti e pacchi posizionati sotto l’albero di Natale. Della brava barista, però, voglio raccontarvi questa sfortunata vicenda: Bido stava giocando a carte nella saletta, quando, accortosi di un certo sentore di fumo, ordinò gentilmente alla ragazza di dire a quel fumatore di spegnere immediatamente il sigaro. La dipendente, subito, si rivolse a quel signore:
- Gentilmente, potrebbe spengere il sigaro?
Passarono alcuni minuti quando Bido si accorse ancora del fumo:
- Ma glielo hai detto di spengerlo... o no?
- Sì, sì, certo che gliel'ho detto? - ribadì decisa la giovane.
Trascorsi altri minuti, Bido, sempre più infuriato dato che quel signore stava ancora fumando, si rivolse ancora alla barista:
- Ma glielo hai detto sì o nooo... o che mi prendi per ’l culo?!
E lei:
- Sì, che gliel’ho detto... però mi ha anche risposto che in questo locale di maleducati ’un ci torna più!
Morale della favola: la barista “ordinava” di spengere il sigaro non al cliente dentro il Bar ma ad un altro seduto fuori al tavolino che se ne stava beato e tranquillo a godersi l’atmosfera del “Borgo”. Bido, sentita quella risposta, in maniera disperata, si alzò di scatto per andare a scusarsi con il cliente ed a giustificarsi per l’accaduto, ma ormai la frittata era fatta: l’uomo si era già dileguato per le vie del paese!
A fine serata, e naturalmente a termine bevute, spesso non mancava la classica rottura dei bicchierini: i più gettonati? Quelli da grappa! Questi, infatti, venivano picchiati, in maniera decisa, sulle lastre, in modo da attutirne il rumore; dopodiché c’era da far sparire “quello” che rimaneva del bicchiere, affondando il “culaccio” nel terriccio delle fioriere. Questa prassi si è tramandata fin quasi ai tempi attuali: alcuni “fondi” di bicchiere, forse, sopravvivono ancora dentro le fioriere: Leo, al tempo del “Deh Oh” (correva l’anno 2011), ne fu vittima e testimone oculare! Questo rituale fu poi ingigantito, ma solo per una sera, quando il Bar “Black&White” fu preso da Mapo (correva l’anno 2002); la sera dell’inaugurazione della nuova gestione capitò, per l’appunto, in concomitanza della nostra cena natalizia: furono prese d’assalto tazzine, bicchierini e piattini...
Durante i giorni di festività natalizia non poteva essere abbandonato il pallone; oltre al “Pistino”, infatti, con partite organizzate anche tra settimana data la chiusura delle scuole, fu organizzato a dicembre (correva l’anno 1991) un “torneo di Natale” di calcio a 5 in palestra, utilizzando le porte del “Pistino”. Perdemmo in finale con i rivali storici dei “granocchiai”; questo l’organico, con allenatore Rodrigo insieme al povero Pedro: Chino, Suino, Tina, Puti, Butra, Prof. e Pero. Si partecipò, successivamente, sempre ad un torneo a 5 organizzato a San Vincenzo tra dicembre e gennaio (correva l’anno 1996/97), il quale riuscimmo a vincere grazie alla nostra abilità per essere abituati a giocare nelle porticine piccole; la squadra (sponsorizzata dal “Cappellaccio”) ebbe quel tocco in più con l’innesto dell’“oriundo” Vince che si fece buttar fuori in semifinale rivolgendosi all’arbitro con queste sacrosante parole:
- Abbito... ma vatti a fare ’na cagata va... che lu cesso è libbero!
Nonostante la sua assenza, la finale ce l’aggiudicammo ai rigori dopo una partita “tirata” e sotto un clima gelido. Con Gigione allenatore, nelle vesti di Lobanovski, il “comandante di ferro”, coadiuvato dall'amico Pino il fiorentino, il suo autista personale; questo, in sintesi, l'organico della squadra: Algido, Chino, Suino, Pero, Prof., Vince e Tina.
Durante le festività, non mancavano neppure alcune serate al “Cappellaccio”. Una volta, ad ora tarda (correva l’anno 2001), iniziò a grandinare e, in pochi minuti, la discesa del “Borgo” si ghiacciò. Usciti in massa e in gran fretta dalla pizzeria, si incominciò a scivolare con dei sacchetti di plastica da spazzatura; io, però, corsi subito a casa a prendere una vecchia tavola da surf: che serata! Purtroppo poi, tutto rigorosamente alla castagnetana, qualcuno incominciò a lamentarsi per i soliti “schiamazzi notturni” e ci toccò smettere. Questo fatto mi ricorda quello più lontano (correva l’anno 1985), quando una grande nevicata paralizzò non solo l’Italia ma anche Castagneto; la discesa di “Mandrolino” sembrava il “Setriere”: ognuno si era attrezzato con sacchetti di nylon mentre io avevo recuperato una tovaglia d’incerato con la quale si poteva scivolare in più persone; altri ancora, invece, “sciavano” con dei vecchi slittini mentre taluni con dei grossi “listini” di latta del gelato “Sammontana”. Il più estroso, però, fu Puntellino che si lanciava in discesa dentro “un vassoio” da muratori! La partenza era proprio sotto casa di “Mandrolino” con arrivo, in fondo alla discesa, al cancello di Caccosa’: si “sciò” per diversi giorni! Da ricordare anche la più lieve nevicata del 26 febbraio 2001: io e Davidana si pensò bene di fare un salto anche al "Gozzo di Rapè".
Quando si avvicinava, sempre di più, l’attesa del Capodanno aumentavano le discussioni poiché c’era da decidere il luogo dei festeggiamenti. Il primo Capodanno (1988/89), fatto per la prima volta da solo, ossia senza i genitori, lo passai al “Circolino dei Preti” con ragazzi più grandi e molto più svegli di me; ero insieme a Pina e non si fu “bòni” di accendere un barbecue per arrostire la salsiccia: ci salvò solo l’intervento di Irvo der Fava che abitativa nelle vicinanze. In quella sera ci fu un vero “massacro” di cassette della posta sparse per il “Castello” e in buona parte del paese.
Fu la volta, poi, di un San Silvestro (1989/90) svoltosi a casa della Zi’ Cecchetta (organizzatrice a lungo di feste e festicciole), rovinato subito in prima serata per un lancio di un petardo: una scheggia ferì al viso un cugino della Cecchetta che fece mandare su tutte le furie il babbo Giorgione il quale, in quattro e quattr’otto, mandò in "fumo" la festa. Fummo costretti a ritirarci nello scantinato di Macario ma, durante la serata, tornò il “ciel sereno” con riappacificazione generale e la festa riprese il suo “cammino”.
Arrivò il Capodanno (1990/91) nel "fondo" di Tina; una serata iniziata bene ma, per colpa del solito facinoroso gruppetto delle "Casenòve" (capitanato da Spank), proseguita male poiché questi ragazzi lanciarono nel “fondo” alcuni “rossoni” che fecero sussultare vetri e pavimenti delle case sovrastanti, con la reazione “funesta” der Bobi.
Giunse la festa svoltasi all’“Asilo dei Preti” (1991/92), dove incominciò a primeggiare la presenza di Paolone. E qui che fu offerta la prima birra “truccata”: durante le “danze”, tra i giochi di colore emessi dalle luci psichedeliche (novità per quei tempi), Tripoli pensò bene di scaricare la propria orina dentro una bottiglietta di birra, poi, come se non bastasse, si avvicinò alla Virgi offrendogli un sorso della bevanda che la ragazza, senza esitazione, buttò giù: vi lascio immaginare la sua reazione.
Rimasta emblematica, però, quella sera di San Silvestro (1992/93) che, ancora oggi, si rammenta per una solenne sbornia presa dal Pero. La festa fu fatta in casa della Rache di Bisio, in via Nemorense. Lo stesso Bisio aveva ben controllato che non circolassero superalcolici, i quali, tuttavia, erano stati nascosti da noi ragazzotti nel giardino che circondava la casa. Già da inizio serata il Pero aveva “puntato” la Lalli di Paullo, con l’intento di farla bere; poi, rivolgendosi a qualche amico, esclamava:
- Ora la faccio be' e poi dopo... me la pipo!
Purtroppo, però, ogni volta che il Pero offriva il bicchiere di “Jack Daniel’s” alla giovane, questa lo rifiutava ed era costretto a berselo lui stesso. Fu così che, a forza di offrire e di bere in continuazione, a metà serata, si sentì talmente male che fummo costretti a far intervenire la guardia medica: la “sbornietta” (o meglio il “coma etilico”) costò al giovane qualche giorno di riposo.
Venne anche l’anno (1994/95) in cui fummo “ospitati” in casa di Davidana, in Via Carducci, con un’infinità di persone, ma dove iniziarono anche le prime polemiche causate, pare, dalla circolazione di qualche “fumenta”. I festeggiamenti finirono all’alba aprendo l’ennesima bottiglia di spumante insieme a Gianni P. rientrato a casa, alquanto alticcio, dall’allora pizzeria “Foxtrot”: ci volle del buono e dal cattivo tempo per mandarlo a letto; è rimasta celebre, di quella serata, la sua fatidica frase:
- Ma metti la canzone del sole?! (richiesta di Gianni P. fatta a più riprese)
Ci fu, poi, anche un San Silvestro (1995/96) nei “fondi” di Beppe della Gramola, situati sotto l’ex piazzetta detta "del dottore o del Rutili”; ma la serata fu rovinata dalla pioggia, anche se alcuni giovanotti non si dettero per vinti: Matusa cercò di alimentare, per molto tempo, il fuoco accesso per la grigliata riparando il tutto con un ombrello. Io, quella sera, me la godetti poco perché alle ore una dovetti ripartire in macchina per Chiavari: ero militare e la licenza prevedeva il rientro entro le ore 3.00. Qui apro e chiudo una breve parentesi sul servizio militare: il sottoscritto, a differenza di molti miei amici castagnetani, deve ammettere che ha svolto un bell'anno di leva: nella caserma "interforze" di Chiavari stavo da nababbo! Avendo la mansione di autista ero sempre esente dai servizi di guardia e, inoltre, essendo anche autista del comandante giravo come un "trottola" per la Liguria, Toscana e Nord Italia. In caserma avevo tutto: campo da tennis, da calcetto, biglietti gratis per la piscina esterna e in estate fu possibile usufruire, qualche volta, dello stabilimento balneare della stessa caserma; inoltre, avevo la fortuna di avere l'amico "granocchiaio" Marchino Buselli come responsabile dell'infermeria; così, spesso, insieme a lui organizzavamo delle cene proprio nella cucina privata dell'infermeria, a tal punto, delle volte, da rimanere a dormire proprio lì! Comunque, la sera prima del nostro congedo, la combinammo grossa: avevamo invitato per "l'ultima cena" i militari con cui avevamo legato di più in quei mesi ma, sul più bello, dopo il silenzio, essendo un po' alticci per i festeggiamenti, incominciammo a gettare "roba" dalla finestra colpendo, ripetutamente, i fili della recinzione che fecero scattare l'allarme. Il tempo di ripulire la cucina e spengere tutto: ci andò veramente di lusso!!!
Mi scatenai, si fa per dire, nella serata di San Silvestro l’anno successivo (1996/97) con un ritorno, in grande stile, a casa di Tina: detti vita ad uno “sciò” con spogliarello; poi, sul più bello, qualcuno mi strappo letteralmente le mutande.
Da ricordare, infine, l’Ultimo dell’anno (1997/98) svoltosi nella casa di Marina di Mapo e, il San Silvestro (2001/02), organizzato insieme ai “granocchiai” presso il “Duca Allone”, sulla via Bolgherese, con Tina cuoco ufficiale della serata; per l’occasione pensammo bene di tingerci i capelli indossando, come da prassi, la mia affezionata cravatta di "topolino".
Resta da raccontare anche il San Silvestro (2000) festeggiato in terra di Polonia; di anni ne sono passati e quindi è lecito parlarne: fu una di quelle cotte estive, presa a vent'anni e che non ti scorderai mai...; Lei... conosciuta qui a Castagneto, proprio a 50 metri da casa, dove era venuta in vacanza per circa due mesi. Giunsero, quindi, le bramate vacanze natalizie, periodo di pausa universitaria; allora, come da prassi, organizzai con il "mio fido scudiero" Puti il viaggio in Polonia. Questa volta nessun areo, nessun volo annullato... si decise di andare in treno: fu una bella avventura... tempi in cui ancora non c'erano i cellulari per visionare orari e coincidenze ma si viaggiava, quasi a "vista", arrangiandosi con il solo "libretto cartaceo ferroviario degli orari"; durante l'infinito tragitto fummo bravissimi, o fortunati: non sbagliammo neppure una coincidenza tra le stazioni di alcune città d'Europa! Giunti a Cracovia... la ragazza ci venne a prendere ospitandoci per una settimana in una splendida villetta di campagna situata in una piccola cittadina a diversi chilometri dalla citata città. Riuscimmo in quei giorni a vedere molti luoghi, apprezzando piatti tipici e liquori locali come l'acquavite di grano. Non potemmo esimerci dall'atto di presenza presso il museo di Auschwitz in un giorno di neve e con il freddo che scese sotto lo zero: tutto questo rese ancor più triste quella toccante visita! Non mancarono, tuttavia, dei giorni spensierati con Puti sempre pronto a fare uscite: mi disse, una sera, che sarebbe andato insieme al cugino della ragazza perché lo avrebbe portato a fare una "nottata mondana"; così Puti, tutto in "ghingheri", partì in macchina con il ragazzo ma, trascorsa neppure mezz'ora, me lo vidi riapparire tutto sconsolato e incazzato:
- Cos'è successo? - gli domandai subito incuriosito.
- Quello stupito... con la strada ghiacciata... alla priva curva ha tirato il freno a mano e siamo finiti direttamente in fossa!!! - mi rispose, amareggiato.
Purtroppo, in quella sera, finirono i sogni di gloria di Puti ma poté rifarsi durante la notte di San Silvestro attorniato dalle tante amiche della ragazza; finì anche quella speciale settimana ma non fu un addio... solamente un arrivederci perché lei sarebbe tornata in vacanza a Castagneto; dopo quella estate partì per andare a studiare in Inghilterra: ci siamo rivisti, dopo qualche anno, per un saluto una sera estiva nel "Borgo". Non mi vergogno a dire che, ancora oggi, quando passo in "Castello" davanti a quella casa dove l'ho conosciuta... è come se il tempo, ogni volta, si fermasse per un momento: la rivedo lì, seduta sugli scalini di casa, in tutto il suo splendore... ah dimenticavo, per chi non se lo ricordasse, si chiamava Anna!
Tra il Primo dell’anno e la Befana si organizzarono anche diversi spettacoli comici-teatrali dove partecipammo in gran massa dando vita al gruppo-teatrale "'R Borgo"; c'è da dire che in molti eravamo abituati a salire sul palcoscenico grazie alle piccole recite fatte fin da bambini. Le rappresentazioni si svolsero prima alla “Sala dei Molini” e, poi, nel nuovo “Teatro Roma”: si rammenta lo spettacolo “Castagneto in... Mattina e Pomeriggio!”, proposto in due diverse edizioni (1995 e 1997). Ognuno di noi imitava un personaggio del paese ma, in uno di questi spettacoli (correva l’anno 2007), furono “buttati” sulla scena anche i veri e reali protagonisti del “Borgo”: non poté mancare la presenza di Paolone. Da ricordare, infine, anche lo spettacolo (correva l’anno 1995) dove partecipammo come boys (Suino, Pero, Pacione e Prof.) nello spettacolo “Sexy humor a briglie sciolte” e con un Gigione gran protagonista come cantante. Ma il divertimento, oltre che sulla scena, avveniva anche per tutto il periodo delle prove e, soprattutto, dietro le "quinte". Erano gli anni in cui incominciarono a prendere vita i primi "telefoni erotici"; allora, prima dell'inizio delle prove, ci ritrovavamo dietro il palcoscenico dove c'era un telefono fisso, naturalmente intestato al Comune, e qui a turno, incuriositi dalla novità, ci intrattenevamo in conversazioni con le "signorine". Questa storia andò avanti fino all'arrivo della "salata" bolletta: scattò, inesorabile, la romanzina!!!
In una mattina di Befana (correva l’anno 1995) ricordo anche una "biciclettata" fino a Sassetta: ma che freddo! Arrivati in “Pietrarossa”, Tripoli pensò bene di spaccare il ghiaccio di alcuni abbeveratoi e lanciarlo contro qualche vacca; il ritorno fu tutto in discesa ma arrivai a casa che mi si erano ghiacciate pure le ciglia!
Con la fine delle vacanze, malinconicamente, un po’ tutto si "appiattiva" e così il divertimento e la “vera” vita notturna avrebbe dovuto farsi attendere fino all’arrivo della bella stagione.


1996 - Torneo di bigliardino con Mario der Gragnani (di spalle)


Dicembre 2001 - Al Bar "Black&White" : giocatori di "gigia"


Dicembre 2000 - Al Bar "Black&White"


Dicembre 2001 - Al Bar "Black&White"
Gennaio 1997 - Torneo "Porticine a 5" a San Vincenzo

Dicembre 1991 - Torneo di Natale di calcio a 5 con le porticine in "Palestra" a Castagneto.


1998 - Al centro la sfortunata ragazza della birra "truccata"

Settembre 1996 - I congedanti a "Chiavari"








San Silvestro 1997 - A casa di Tina




















San Silvestro 2002 - Al "Duca Allone" sulla Via "Bolgherese"


1995 - "Pietrarossa": "biciclettata" per la mattina di Befana
Dicembre 2002 - "Ribòtta" a casa dei fratelli Grana
















Gennaio 1995 - "Sala dei Molini" : spettacolo teatrale "Castagneto in... Mattina e Pomeriggio"
Gennaio 1997- "Sala dei Molini" : spettacolo teatrale "Castagneto in... Siamo fatti così e... 'un ci si pò fa' nulla!"
Gennaio 2007 - "Teatro Roma" : spettacolo teatrale "Benvenuti ar Black&White show!"

1990 - Una recita (A.C.R. all'asilo)
Serata di San Silvestro 2000 - A Cracovia


San Silvestro 1998 - A Marina presso la casa di Mapo

Questi tre spettacoli sono stati e sono un indelebile ricordo dei nostri personaggi castagnetani: a tutti loro una dedica speciale!

1995 - Spettacolo "Sexy humor a briglie sciolte": Boys e Gigione




2001 - Il mulino del "Gozzo di Rapè" sotto una nevicata







